Negli ultimi mesi, l’emergenza sanitaria in corso ha comportato l’adozione in tutti i luoghi di lavoro di procedure specifiche per la “sanificazione aziendale”.
Le attività di pulizia, prima di marzo 2020, venivano svolte sicuramente con minore attenzione e con modalità diverse, in certi casi con il coinvolgimento esclusivo di ditte esterne. In questo momento invece, per il mantenimento di adeguati standard di sicurezza biologica negli ambienti di lavoro, spesso è richiesto anche il coinvolgimento diretto del personale aziendale, talvolta in momenti diversi della stessa giornata lavorativa: è necessario quindi valutare gli eventuali rischi specifici introdotti con tale attività.

Il termine “sanificazione” è diventato ormai comune nel linguaggio quotidiano, essendo inserito già nei primi protocolli ministeriali per descrivere una delle attività obbligatorie per contenere il contagio in azienda.
Ai sensi del DECRETO MINISTERIALE 7 luglio 1997, n. 274 “Regolamento di attuazione degli articoli 1 e 4 della legge 25 gennaio 1994, n. 82, per la disciplina delle attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione”, si definiscono attività di sanificazione

quelle che riguardano il complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere sani determinati ambienti mediante l’attività di pulizia e/o di disinfezione e/o di disinfestazione ovvero mediante il controllo e il miglioramento delle condizioni del microclima per quanto riguarda la temperatura, l’umidità e la ventilazione ovvero per quanto riguarda l’illuminazione e il rumore.

La legge dunque ingloba nello stesso concetto non solo aspetti relativi alla sicurezza biologica degli ambienti, ma anche aspetti che richiamano l’attenzione sul benessere generale della persona.
La frequente ed ossessiva pulizia degli ambienti, l’utilizzo indiscriminato di prodotti per la disinfezione, l’areazione eccessiva degli ambienti, possono introdurre inutili rischi in azienda, e risultare controproducenti proprio all’ottenimento dell’obiettivo di sanificazione richiesto dalla legge.

Se negli ambienti di lavoro sono presenti apparecchiature elettroniche, ad esempio, per evitare di aumentare i livelli di rischio elettrico già presente, sarà necessario scegliere metodologie adeguate per la sanificazione, che garantiscano il mantenimento dei livelli di umidità conformi per il funzionamento sicuro delle macchine.
La scelta dei prodotti per la sanificazione deve tenere conto delle diverse tipologie di materiali sui quali si interviene (tessuti, plastica, metalli); per ottenere adeguati livelli di sicurezza biologica ma anche evitare reazioni chimiche potenzialmente pericolose. I prodotti chimici da utilizzare devono essere scelti valutandone le schede tecniche e di sicurezza e gestiti da personale informato e formato, affinché non incorra nel rischio di esporsi a esalazioni insalubri, che possono comportare crisi respiratorie anche gravi.

Come già intuibile dai pochi aspetti appena analizzati, sanificare correttamente significa quindi innanzitutto effettuare una valutazione approfondita dei propri ambienti di lavoro, per poter definire in modo specifico le proprie reali esigenze e quindi le procedure da adottare. Infine l’informazione e la formazione dei lavoratori sulle ragioni delle misure stabilite e sulle corrette modalità di applicazione è un altro passaggio essenziale per il raggiungimento dell’obiettivo.
Per questo puoi rivolgerti ai nostri tecnici, i quali ti sapranno supportare nell’identificazione di protocolli adatti anche nella gestione del rischio biologico.