Con la denominazione di spazio confinato viene definito qualsiasi ambiente, non necessariamente chiuso, che presenta difficoltà di accesso e di uscita, caratterizzato da dimensioni ridotte, limitata disponibilità d’aria, scarsa visibilità, difficoltà di visione e di comunicazione, ipotetica presenza di agenti chimici e chimici/fisici.  Questi ambienti non sono stati progettati e costruiti per un’occupazione continua da parte del lavoratore ma – occasionalmente e temporaneamente – possono essere occupati dai lavoratori per operazioni di varia natura come: manutenzione, riparazione, ispezione, pulizia, etc.

Sono tipici esempi di ambiente confinato:
i pozzi; le fogne; i silos; i serbatoi; le cisterne; le vasche oltre anche a quei luoghi , seppur aperti sui due lati, di difficile accesso ed uscita, quali i camini e le intercapedini.
È noto che questi particolari luoghi di lavoro possono essere presenti in qualsiasi tipologia di insediamento: industriale, agricolo, civile e di servizio. Come previsto per la totalità degli ambienti di lavoro, anche per gli spazi confinati incombe preliminarmente l’obbligo di individuare l’esistenza di pericoli, ed in particolari quelli relativi alla carenza di ossigeno, alla presenza di materie tossiche e di materie infiammabili, il rischio di atmosfere esplosive.

Generalmente l’intervento preventivo può essere sviluppato su diversi livelli di responsabilità aziendale, seguendo le linee organizzative, tecniche e procedurali. Questo intervento deve comunque condurre alla possibilità di conseguire dei risultati effettivi, quali:

 

  • Eliminazione del rischio;
  • Sostituzione degli elementi rischiosi;
  • Adozione di interventi tecnici;
  • Segnalazione del pericolo e procedure operative;
  • Adozione dei dispositivi di protezione individuale;
  • Formazione ed informazione dei lavoratori.

 

I tecnici di Archimede sono in grado di assistere il datore di lavoro per la valutazione dei rischi e di supportarlo nelle attività di formazione per il proprio personale.